La Chiesa della Lumen gentium
LA CHIESA DELLA LUMEN GENTIUM
Incontri di teologia in accompagnamento alla Visita Pastorale
Rispondendo all’invito, più volte fatto dal Patriarca, di leggere le costituzioni conciliari, il Centro di studi teologici “Germano Pattaro” propone un breve ciclo di tre incontri dedicati a scoprire l’identità della Chiesa secondo la costituzione dogmatica Lumen gentium.
La proposta vuole essere un’occasione di approfondimento e di riflessione alle parrocchie e Collaborazioni pastorali che si preparano alla visita Pastorale, come il Centro Pattaro ha già fatto più di dieci anni fa in occasione della visita pastorale del Patriarca Angelo.
primo appuntamento
La Chiesa nel tempo delle fake news:
tutti ne parliamo, ma… che cosa intendiamo davvero?
Venerdì 10 novembre ore 21.00
Auditorium - parrocchia Corpus Domini
Tavola rotonda
Giorgio Malavasi
don Natalino Bonazza
don Roberto Donadoni
secondo appumtamento
La Chiesa: un popolo radunato da Dio
Patronato – parrocchia S. Marco
Venerdì 17 novembre ore 21.00
don Corrado Cannizzaro
terzo appuntamento
Nella Chiesa incontriamo Cristo
Patronato – parrocchia S. Giuseppe
Venerdì 24 novembre ore 21.00
don Gilberto Sabbadin
La Visita Pastorale è un momento particolarmente adatto per riscoprire la realtà della Chiesa: raccogliersi come comunità di credenti attorno al Vescovo è un modo per dare concretezza a quello che la Lumen gentium dice della Chiesa nei suoi primi capitoli, presentandola come comunità vivente capace di essere “segno e strumento dell’unione con Dio e dell’unità del genere umano” (LG 1).
Gli incontri saranno tenuti da relatori “di casa nostra”, che non sono teologi “da tavolino” ma sono impegnati in diversi ambiti pastorali: nelle parrocchie, con gli studenti, nella cultura; sapranno quindi parlare il linguaggio della nostra gente e potranno così “spezzare il pane” del magistero del Concilio per renderlo comprensibile a tutti.
Il primo incontro è dedicato a sgombrare il campo dai molti modi distrorti di intendere la Chiesa, diffusi nel mondo di oggi e che a volte si insinuano anche nella mentalità dei cristiani praticanti e “fedeli”. Basta guardarsi un po’ attorno, infatti, ascoltare qualche conversazione anche all’interno degli ambienti parrocchiali o leggere la stampa, sia quella cattolica sia quella laica, per rendersi conto che con la parola “Chiesa” intendiamo in realtà cose diverse, ce ne formiamo immagini diverse, a volte legate più alle nostre esperienze vissute che non alle basi bibliche o teologiche sulle quali dovrebbero essere fondate. Già rendersi conto di questa diversità di rappresentazioni della Chiesa può costituire un primo passo per capire meglio la sua effettiva natura; almeno aiuterà a non assolutizzare il proprio punto di vista. È l’obiettivo che si pone la tavola rotonda che aprirà la serie degli incontri: “La Chiesa nel tempo delle fake news: tutti ne parliamo… ma che cosa intendiamo davvero?” cui parteciperanno Giorgio Malavasi (redattore di Gente Veneta), don Natalino Bonazza (parroco di S. Giuseppe, Mestre) e don Roberto Donadoni (direttore di Marcianum Press).
Uno dei concetti più tipici della visione della Chiesa contenuta nella Lumen gentium è quello di “popolo di Dio”: concetto che ha suscitato entusiasmi e polemiche, spesso inteso in un’accezione riduttivamente sociologica, mentre nel testo conciliare esso intende richiamarsi prima di tutto all’esperienza del popolo d’Israele come popolo scelto da Dio. La Chiesa va perciò vista alla luce della categoria di “popolo” presente in tutta la storia della salvezza, sia nell’Antico sia nel Nuovo Testamento; in particolare con il fatto che il popolo non trova in se stesso il proprio fondamento, bensì nell’essere radunato dal Signore, come peraltro ricorda anche il significato etimologico del termine greco ecclesìa (assemblea convocata). Una puntualizzazione su questo tema è quindi decisiva: verrà proposta da don Corrado Cannizzaro (parroco di S. Pietro Orseolo, Mestre).
La Chiesa è radunata non per se stessa, ma per essere strumento del Signore in ordine alla salvezza: ovvero, per essere “sacramento”. Il Vaticano II è molto chiaro al proposito. Ciò rende la realtà della Chiesa nello stesso tempo un “mistero” (di salvezza) e anche una realtà concreta, fatta della vita e della “carne” dei battezzati: una realtà che unisce insieme la dimensione divina e quella umana (“teandrica”, viene detto con un termine tecnico della teologia), una realtà attraverso la quale gli uomini e donne di ogni tempo possono incontrare Gesù Cristo Salvatore. Ne parlerà don Gilberto Sabbadin (responsabile diocesano della Pastorale universitaria, che ha recentemente difeso la propria tesi di dottorato proprio su queste tematiche).
L’itinerario rappresenta un “modulo standard” che viene offerto alle parrocchie e Collaborazioni pastorali e che può essere adattato alle esigenze locali.